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giovedì, 18 Aprile, 2024

L’antico Grand Hotel Orologio di Abano

Da hotel di lusso a monumento storico

 Uno dei simboli della storia di Abano è il Grand Hotel Orologio.

Questo edificio bellissimo fu innalzato nel XVIII secolo dai nobili Dondi dell’Orologio ed ampliato nell’800 con l’aggiunta della facciata neoclassica di Giuseppe Jappelli.

In quest’epoca già nella zona del Montirone, ricca di sorgenti naturali, si avviò un’attività di ristrutturazione edilizia di edifici per bagni realizzando anche un piccolo oratorio per i malati.

La nobile famiglia padovana dei Dondi dall’Orologio, proprietaria in Abano di un consistente patrimonio fondiario e di due ville delle quali una in centro al paese e oggi sede del Museo Civico, realizzò lo stabilimento termale più importante.

Qui infatti ebbe sede di Comando Supremo Italiano durante la Prima Guerra Mondiale (1918) e il Generale Armando Diaz era solito soggiornarvi in un appartamento del primo piano. Le vicende finali della prima guerra mondiale infatti portarono Abano a rivestire un ruolo di primo piano.

Quando, dopo Caporetto, con l’arretramento della linea del fronte, il Comando Supremo si spostò all’Hotel Trieste, l’Hotel Orologio venne trasformato in struttura di supporto logistico. Divenne mensa degli ufficiali di Stato Maggiore e residenza per i numerosi ospiti e per le Missioni italiane e straniere che venivano a incontrare il Generale Diaz, a capo del Comando Supremo.

La storia dell’hotel

La storia dell’Hotel è legata al Grande conflitto mondiale anche per un episodio particolarmente emblematico che vi avvenne la sera del 11 agosto del 1918.

Dopo che la 87 squadriglia, “La Serenissima” portò a termine l’epico volo su Vienna, il Generale Diaz volle infatti invitare alla sua mensa tutti coloro che avevano partecipato all’azione.

Mentre D’Annunzio rievocava gli episodi più salienti del Volo e descriveva i paesi e le città che avevano sorvolato, nello stupore generale, uno dei piloti, “Gino” Allegri, denominato dal Vate Fra Ginepro per via della lunga e folta barba, si lasciò andare a “uno schianto di singhiozzo”.

Il 5 ottobre 1918, non ancora ristabilito da una lieve malattia, Gino Allegri partecipò a una ricognizione offensiva sulla pianura veneto-friulana e al rientro al Castello di San Pelagio, entrò in collisione con il velivolo del Tenente Guglielmo Vianini e precipitò a sud della pista di atterraggio. L’incidente costò la vita all’eroico pilota veneziano cui è intitolato l’aeroporto di Padova.

Allo stato attuale, lo storico albergo, è circondato da un immenso e meraviglioso parco, realizzato e curato anche questo da Giuseppe Jappelli. Egli realizzò anche un monumento celebrativo oggi inserito nel Parco del Montirone.

Alla metà dell’ottocento gli stabilimenti attivi ad Abano erano 8.
Con l’unificazione italiana la città cominciò gradualmente ad organizzarsi, fu realizzato il palazzo municipale, inizialmente anche sede della scuola elementare.

A cura di Greta Monterosso

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