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giovedì, 30 Marzo, 2023

I capolavori di Monet e della pittura impressionista arrivano a Bologna.

Direttamente dal Musée Marmottan di Parigi, più di 50 quadri impressionisti saranno i protagonisti di questa mostra.

Nonostante qualche battuta d’arresto nel normale svolgimento della mostra “Monet e gli Impressionisti. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Parigi”, questa sarà a Palazzo Albergati fino al 14 febbraio.

Un insieme di 57 capolavori che portano le firme di Monet, Manet, Renoir, Degas, Morisot e molti altri esponenti del movimento artistico. Le tele provengono tutte dal Musée Marmottan Monet di Parigi, la cosiddetta “casa degli impressionisti”.

Questa è la prima volta dalla sua fondazione del 1934 che il museo parigino presta molte delle suddette opere.
Molte di queste, infatti, non sono mai state esposte altrove nel mondo.

La mostra è organizzata da tale museo insieme con Arthemisia, un’organizzazione leader a livello internazionale nella produzione e realizzazione di esposizioni temporanee e permanenti di natura artistica e culturale.

La mostra è un’occasione irripetibile per ripercorrere l’evoluzione del movimento pittorico più amato a livello globale.

Dalla campagna alla città

Monet non raffigurò solo paesaggi totalmente naturali, ma anche vedute cittadine di una Parigi ai principi della sua industrializzazione. Ne è un esempio la “Gare Saint-Lazare”, un’opera che sarà ospitata dalla mostra di Palazzo Albergati.

Monet individuò nella stazione di Saint-Lazare un’ opportunità per cimentarsi sia con gli aspetti più autentici della realtà urbana che con le sue sperimentazioni pittoriche impressioniste.

Il brulicare continuo del luogo sono anche uno spunto riflessivo per l’alienazione degli individui parigini, data dall’urbanizzazione industriale dell’epoca.

Ritratto di Julie Manet di Renoir

Quando si parla degli impressionisti e li si definisce come una grande famiglia non si potrebbe essere più accurati. Questo quadro ritrae Julie Manet unica figlia della pittrice impressionista Berthhe Morisot ed Eugène Manet, fratello di Edouard Manet.

Figlia dell’arte impressionista nella sua più alta espressione, Julie è assorta  nei suoi pensieri, mentre i suoi lunghi capelli biondo cenere le coprono le spalle in maniera quasi bambinesca.

L’autore del ritratto è Renoir, particolarmente affezionato alla famiglia Manet. Varie opere sia della madre che dello zio della fanciulla ritratta sono attualmente esposte assieme a questo ritratto a Bologna.

Ninfee

Monet era molto appassionato alla flora che cresceva negli specchi d’acqua. Non a caso, un’intera serie di quadri del pittore è dedicata alle ninfee, un  tratto distintivo della sua arte assieme al celebre sole nascente.
Parla così lo stesso Monet:

Questi paesaggi d’acqua e di riflessi mi ossessionano. Tutto questo è al di là delle mie forze di vecchio, ma voglio rappresentare ciò che provo.

Quello che riportiamo qui, è datato 1916 e sarà esposto a Palazzo Albergati. Lo stile subisce influssi anche dalla cultura nipponica, molto popolare a Parigi durante l’ottocento.

Monet continuò a dipingere anche quando la cataratta lo rese quasi cieco, concentrato a ritrarre quel piccolo angolo del suo giardino con l’ambizione di catturare l’essenza e la fugacità della natura.

Lo sapevi che…?

La mostra di Bologna dedica un’intera sezione a Berthe Morisot, una delle poche pittrici di un’ epoca in cui la donna non aveva il diritto di frequentare l’Accademia delle Belle Arti.

Questo può far comprendere quanto talento e determinazione potesse avere la Morisot per emergere in un clima così avverso alla donna, e non solo nell’ambito artistico.

Nonostante ciò, la sua lapide di morte la commemora solo in quanto moglie di uno dei fratelli Manet, e non come artista degna di nota.

Ecco che la mostra a Palazzo Albergati acquista un valore ancora più profondo: dare visibilità ad una donna che non l’ha avuta in vita anche se la meritava. Al tempo, i più ritenevano disdicevole che una donna diventasse pittrice.

Il presupposto fondamentale della pittura all’aperto, portato avanti dai suoi colleghi impressionisti, era pertanto una condizione scomoda per lei.
Ecco perché Berthe Morisot si dissociò sempre di più dalle questioni sociali di Parigi ed intraprese un percorso di raccoglimento artistico che la portò a prediligere il mondo femminile e domestico.


La sua arte subì involontariamente questi pregiudizi legati alla disparità di genere
, cominciando a vertere su temi più intimi.
Viene da chiedersi quanto potenziale sia stato sprecato nel passaggio da una pittura en plein air a quella compiuta in ambienti in cui la luce naturale entrava solo dalle finestre.

Nonostante le sue immagini restituiscano in genere una sensazione radiosa, Berthe non fu mai un’artista superficiale: un dato costante della sua arte è infatti l’analisi interiore dei personaggi, condotta con grande penetrazione psicologica e senza mai perdere la delicatezza del tratto che rende le sue opere fuggevoli come sogni.

A cura di Ilenia Pennacchio

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