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martedì, 19 Marzo, 2024

Visita a Ferrara, la città del Rinascimento, che rispende tutt’oggi del grande prestigio che ha assunto durante l’età estense

Un prezioso centro culturale, simbolo del glorioso passato di questa città, è stato riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio mondiale.

Visitando Ferrara si potranno scoprire maestosi castelli, splendidi palazzi signorili, piazze luminose e stretti vicoli dei quartieri medievali, che rivelano a ogni passo atmosfere magiche del passato.

Non solo nell’ arte e nella cultura, a Ferrara è possibile immergersi anche nella natura incontaminata raggiungendo le località balneari dei Lidi Ferraresi o avventurandosi nelle suggestive Valli di Comacchio all’interno del Parco del Delta del Po’.

In qualsiasi caso Ferrara è una tappa imperdibile.
Ma quali sono i monumenti più belli  da vedere a Ferrara in una giornata di relax e piacere?

Un diamante di palazzo

Voluto da Sigismondo d’Este e progettato da Biagio Rossetti, il Palazzo dei Diamanti è uno dei monumenti più celebri di Ferrara e del Rinascimento italiano. E’ situato in Corso Ercole I d’Este 21, nel Quadrivio degli Angeli, proprio al centro dell’Addizione Erculea.

Questo nome così suggestivo è dettato in primis dal suo caratteristico bugnato esterno, formato da 8.500 blocchi di marmo che sporgono in queste caratteristiche forme tetraedriche.

La luce che colpisce queste superfici, produce dei curiosi effetti di chiaroscuro che, a seconda delle condizioni meteorologiche e stagionali, fanno apparire l’edificio sempre diverso. Il palazzo fu acquistato dal Comune nel 1832 ed è oggi adibito all’esposizione di mostre temporanee e permanenti.

Al pianterreno si susseguono importanti mostre d’arte periodiche, mentre il piano superiore ospita la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, custode di dipinti della scuola ferrarese dal Duecento al Settecento.

Lo sapevi che…?
Alcuni architetti italiani si ispirarono alla decorazione a bugnato di questo palazzo per costruire il Palazzo delle Faccette nel Cremlino di Mosca?

Il castello estense sotto Alfonso I

Il castello Estense ha passato varie fasi che, dalla sua edificazione nel dodicesimo secolo, lo hanno portato ad essere dapprima torre di avvistamento e Rocca e Castello e residenza nobiliare poi.

La svolta, che porta il complesso architettonico a passare da una vocazione militare ad una funzione abitativa di corte, avviene a cavallo tra il ‘400 e il ‘500.

Sotto il ducato di Alfonso I, il castello si evolveva sempre di più in una dimora nobiliare con una florida vita cortigiana, anche se queste modifiche interessarono specialmente i piani superiori dell’edificio.

Quelli inferiori continuavano ad essere adibiti alla difesa del palazzo, mentre ai piani alti si sviluppavano gli appartamenti della Via Coperta, che Alfonso I aveva fatto realizzare per la moglie Lucrezia Borgia.

In quest’area del castello degni di nota sono i camerini d’alabastro.

I Camerini custodivano la prestigiosa raccolta artistica di Alfonso I e comprendevano vari ambienti: il Camerino dei Baccanali, quello dei Marmi, il Camerino Dorato, la Stanza del Poggiolo, l’Anticamera e il Salotto Ducale.

L’appartamento della pazienza

 Due fatti disastrosi, a distanza di quindici anni l’uno dall’altro, furono alla base di ulteriori ammodernamenti della struttura Estense. La prima vicenda sfortunata è legata ad un incendio, divampato a palazzo nel 1554.

Ebbe così impulso un nuovo ciclo di lavori di trasformazione del Castello.

In un primo momento Ercole II aveva realizzato il suo appartamento ducale ancora presso il vecchio palazzo di corte in un’ala che divideva il giardino delle Duchesse, dal cortile esterno del Castello, ma, forse proprio sotto l’impulso delle opere di riparazione al Castello, decise di realizzare per se un nuovo appartamento proprio attorno alla torre di Santa Caterina: l’appartamento della Pazienza.

Da quel momento Girolamo da Carpi fu chiamato, da Ercole II prima e da Alfonso II poi, ad attuare la grande e definitiva trasformazione architettonica rinascimentale del Castello, dal sapore tutto manierista.

Il secondo evento disastroso fu il terremoto del 1570. Data la morte di Girolamo da Carpi, l’architetto di riferimento per questo secondo ciclo di migliorie fu Alberto Schiatti.

Egli, anche sotto il ducato di Alfonso II, riparò i danni causati dal terremoto e, nel 1577, le pareti del cortile interno vennero decorate con oltre duecento immagini a chiaroscuro su fondo giallastro raffiguranti i principi Estensi, ciclo encomiastico mitologico della famiglia.

A cura di Ilenia Pennacchio

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