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martedì, 14 Maggio, 2024

a cura di Monica Penzo

Il Comune di Maranello si trova in provincia di Modena, in Emilia-Romagna.

Nonostante sia un borgo molto carino, quello che ha reso davvero celebre questo luogo è la prestigiosa casa automobilistica fondata dal modenese Enzo Ferrari.

Infatti, dal lontano 1943, Maranello è diventata la sede ufficiale di questa grande azienda tutta italiana.

Un’occasione unica per visitare il Museo dedicato ad Enzo Ferrari

Visitare dunque, dapprima l’Autodromo e poi i Musei Ferrari significa vivere un’esperienza davvero unica.

E non solo per gli amanti di tale sport e delle auto. Visitare questi stabilimenti significa tuffarsi nella storia e nel passato di una grande famiglia italiana che ha reso il Made in Italy, negli anni, un’eccellenza nel mondo.

Del resto poi si sa, Modena ed i motori rappresentano un binomio infallibile che, negli anni, ha sempre dato grandi soddisfazioni.

 L’Autodromo

L ’ Autodromo di Modena non è solo una grande costruzione all’avanguardia. Piuttosto, racconta molte cose: caparbietà,
tenacia, passione e la voglia di ottenere grandi traguardi.

Le primissime gare si svolsero su dei tracciati stradali: all’epoca questa scelta era piuttosto comune in realtà. Infatti, il Circuito di Modena, che venne organizzato dal 1927 al 1947, si articolava proprio attraverso le strade cittadine.

L’ultima edizione, quella del 28 settembre 1947, fu interrotta proprio per via di un brutto incidente. Al quel punto, era piuttosto palese che non si poteva più continuare così: gareggiare su dei tracciati stradali era eccessivamente pericoloso.

Non solo per il pilota stesso, ma anche per l’intero team e per tutte le persone che accorrevano a seguire gli sportivi.

L’esigenza di lavorare su una vera pista era sempre più urgente. Un luogo, cioè, dove gareggiare sia con le più moderne vetture ma anche con le motociclette. Insomma, un progetto nuovo, grande e senz’altro estremamente ambizioso.

Nell’anno successivo, il 7 marzo 1948, l’Automobil Club d’Italia si riunisce a Milano e, quale migliore occasione per raccontare un progetto così tanto importante? L’avvocato Camillo Donati illustrò, infatti, l’importanza e l’urgenza di realizzare un impianto sportivo nella città di Modena.

Ovviamente, Donati non si fece cogliere impreparato e, a corredo del suo discorso, mostrò a tutti i partecipanti il progetto realizzato dal geometra Enzo Dalaiti.

I lavori di costruzione inizieranno ufficialmente l’anno seguente, nel 1949. Nonostante fosse un progetto così tanto imponente, nel dicembre dello stesso anno, la pista d’aviazione era operativa e venne già inaugurata.

Per le gare automobilistiche, invece, si dovette aspettare la primavera dell’anno successivo.

L’Aerautodromo venne inaugurato il 7 maggio del 1950. Misurava la bellezza di 2.306 chilometri e, se fosse stata aggiunga anche al pista di aviazione, i chilometri sarebbero diventati 3.000. La prima edizione, vinta da De Zara a oltre 141 km/h aveva registrato anche la partecipazione di modenesi illustri, come Guido Corni, Claudio Sandonnino e Francesco Stanguellini.

Il circuito, fortemente voluto da Modena e dai modenesi, venne usato: per gare di auto e moto, come pista di prove dai costruttori di vetture sportive modenesi, come aeroporto, e talvolta fu impiegato anche dai militari della vicina Caserma del 6° Campale.

Oltre a tutto ciò, quest’ultimo veniva utilizzato anche per altri motivi, quali: turismo e commercio. In pochi forse lo sanno, ma all’epoca, non furono rari i casi dove ci fu la necessità di trasportare velocemente della frutta e della verdura prodotta a Modena per i lontani paesi del Nord Europa.

Dunque, non solo divertimento. Ma anche lavoro ed utilizzi di vario genere. Le cose cambiano a fine degli anni ’60. L’Aerautodromo non rispecchiava più quei criteri fondamentali di sicurezza che di lì a poco sarebbero
diventati prescrittivi. Enzo Ferrari aveva delle necessità sempre più crescenti per il collaudo delle sue vetture, quindi, l’unica soluzione era quella di costruire un circuito privato a Fiorano.

Provò a coinvolgere l’amministrazione cittadina per tale costruzione nei pressi di Marzaglia, ma purtroppo, ricevette un
grande no. Iniziò così un lento declino e sul finire degli anni ‘70 l’Aerautodromo fu chiuso.

La costruzione dell’autodromo, espressamente voluto da Enzo Ferrari,[4] è iniziata nel 1971 ed è stata completata in quasi sette mesi. La lunghezza del percorso è di 3 021 metri; la velocità media di percorrenza è di oltre 160 km/h, con una velocità di punta superiore a 290 km/h. All’interno del perimetro della pista il Drake fece costruire anche una casa per sé, nella quale è tuttora conservato pressoché intatto l’ufficio dove lavorava. Storicamente chiusa al pubblico, la pista di Fiorano è visitabile a partire dall’agosto 2010: da allora i visitatori della Galleria Ferrari possono effettuare visite guidate del circuito a bordo di bus navetta.

Il Museo dedicato ad Enzo Ferrari non è solo un museo

Sembra un gioco di parole, ma ti garantiamo che non lo è affatto! Il Museo dedicato ad Enzo Ferrari è molto di più di una sala espositiva contenente dei cimeli d’epoca.

Il Museo, oltre a raccontare chi era Enzo Ferrari, simboleggia la storia di un marchio italiano divenuto famoso in tutto il mondo. Passeggiando tra gli spazi espositivi si percepisce l’amore che quest’uomo metteva nel suo lavoro. Una passione che lo ha accompagnato per tutta la sua esistenza. E noi, oggi, abbiamo l’onore di poter ammirare ciò che lui ha compiuto durante la sua lunga ed immensa carriera lavorativa.

E forse, chiamarlo lavoro non è nemmeno esatto. Si perché per Enzo Ferrari questo non era un mestiere fine a ste stesso. Per
Enzo Ferrari tutto questo era amore, dedizione e voglia di farcela. Il Museo di Enzo Ferrari vanta uno spazio a lui dedicato di oltre 2.500 metri quadrati. In queste sale, oltre a poter ammirare le automobili esposte, si assiste alla storia di quest’ultimo.

Attraverso un appassionante filmato, è infatti possibile ripercorrere i 90 anni di vita di questo grande genio dei motori.
La sua passione nasce presto: già da bambino scopre le corse e l’amore per le quattro ruote. E questo traspare bene dal filmato. Dopodiché si procede osservando la sua vita da pilota, la Scuderia e tutti i suoi trionfi. Le immagini proposte dal filmato, oltre ad essere inedite e mai diffuse prima, raccontano tutte le tappe più importanti della sua vita.

Nell’officina di suo padre, oggi perfettamente restaurata, potrai ammirare una mostra che, per la primissima volta, riunisce le fuoriserie personalizzate che vennero realizzate da Ferrari in stretta collaborazione con l’Avvocato Gianni Agnelli.

Insomma, tutti coloro che entrano qui, hanno come l’impressione di poter accedere ad un tempio e vero e proprio. Un tempio con una architettura ispirata indubbiamente ai cofani delle vetture da corsa degli anni ’50. Del resto, come
dimenticarsi di queste opere d’arte?

Uno spazio totalmente bianco con la particolarità che, ogni 50 minuti, quest’ultimo si trasforma in una avvolgente sala di proiezione. Dal soffitto alle pareti è possibile infatti osservare un susseguirsi di immagini di tutti quegli uomini che, alla
Ferrari, hanno dato molto. Inoltre, su richiesta, è anche possibile organizzare delle visite guidate in svariate lingue.
La durata è di 60 minuti, mentre, il numero massimo delle persone è pari a 60.

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