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martedì, 14 Maggio, 2024

A cura di Fabiola Cantaluppi

Un luogo ricco di tradizioni, prodotti d’eccellenza e colori che in autunno mostrano tutto il loro splendore

Terra per eccellenza di produttori vinicoli e dall’insolita forma a grappolo d’uva, l’Oltrepò Pavese si estende per 13mila ettari di vigneti, disegnando geometrie e incantevoli panorami collinari. Un luogo ricco di tradizioni consolidate nel tempo, prodotti, sapori d’eccellenza e colori della natura che in autunno mostra tutto il suo splendore.

Un territorio ricco e prezioso da sempre dedito al vino, dove le famiglie gestiscono aziende dalle antiche tradizioni.

Qui i vitigni più coltivati sono Croatina, Barbera, Pinot Nero, Riesling e Moscato.

Quella offerta dalla terra d’Oltrepò è una gamma completa che soddisfa ogni abbinamento enogastronomico, dall’antipasto al dolce: 7 denominazioni che hanno meritato col tempo i titoli DOC e DOGC: Oltrepò Pavese metodo classico, Bonarda, Buttafuoco, Pinot Grigio, Pinot Nero, Sangue di Giuda e Casteggio. La gestione dei vigneti locali è effettuata
con pratiche a sempre più basso impatto ambientale, seguendo i principi dell’agricoltura integrata e BIO. I nuovi metodi evitano infatti forzature alla natura e salvaguardano l’assetto idrogeologico di questi delicati versanti collinari.

Uno dei tanti borghi che si adagiano sulle colline dell’Oltrepò Pavese è Santa Maria della Versa. Un paese di fondovalle abbracciato dalle colline coltivate da vitigni di Pinot. Questo borgo è la capitale dello spumante: qui, da oltre un secolo, si trasforma la qualità Pinot Nero in un vivace spumante dal gusto secco, fresco e superbo.

[I migliori vini dell’Oltrepò Pavese ]

Degni di nota sono anche i distillati. Proprio accanto allo stabilimento più noto, infatti, la distilleria trasforma le vinacce in grappe di alta qualità. Il borgo è dunque un’ottima meta per vivere esperienze culinarie e itinerari di gusto a 360 gradi, tra un bicchiere di ottimo vino accompagnato da prodotti caserecci a chilometro zero.

Canneto Pavese: dove tutto ruota intorno al vino

Piccolo comune popolato da poco meno di 1300 abitanti, Canneto Pavese possiede una grande storia legata da secoli alla produzione vinicola e un presente in continua evoluzione. Eletta Città Internazionale della Vite e del Vino, fino agli anni ‘70 è stato il comune più coltivato a viti d’Italia e già a fine ‘800 i suoi vini erano esportati oltre oceano.

Tra i tanti comuni italiani che hanno dato il nome ad alcune delle denominazioni vinicole più note, Canneto rappresenta un singolare caso dove, al contrario, un comune ha preso il nome del vino che lo ha reso celebre: il Vino de Caneto. Ancora oggi sono ben 500 gli ettari coltivati3 7 a vite, per una produzione che, di anno in anno, conferma Canneto Pavese come
il comune dell’Oltrepò con il maggior numero di riconoscimenti dalle principali Guide vinicole italiane.

E se l’economia è prevalentemente agricola con tradizioni familiari fortemente radicate, non possono mancare i piatti tipici in abbinamento ai vini. Degno di menzione è il Bata Lavar, un grosso agnolotto ripieno al brasato, da gustare in brodo, realizzato secondo la ricetta originale delle massaie. Stampato con il bicchiere, per le sue grandi dimensioni mette in difficoltà chi desidera gustarlo in un sol boccone.

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