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sabato, 27 Aprile, 2024

La cucina parmense vuole che i piatti tipici siano ricchi di sapore e inimitabili

A Parma si mangia davvero bene: questi quattro prodotti tipici di sono dei veri cavalli di battaglia del luogo e di tutta l’Italia

Parma, la capitale della Food Valley emiliana vanta una lunga tradizione culinaria che le ha portato a conquistare molti riconoscimenti nel corso degli anni, proprio per la qualità, la genuinità e la bontà dei prodotti tipici di questa città.

Ci sarà un motivo infatti, se proprio a Parma si contano la produzione di moltissimi prodotti DOP e IGP, esportati e imitati in tutto il mondo.

La mostarda di Parma

La mostarda è una preparazione agrodolce semplice e tradizionale che possiamo trovare in svariate zone del Bel Paese.

È solitamente usata per accompagnare carni, formaggi e dolci e, a seconda dell’area, si caratterizza per la presenza di diversi ingredienti.

Tutte le mostarde hanno come elemento comune la senape, ch, pur cambiando nelle dosi e nelle tipologie, è un must-have per ogni ricetta.

La variabile più cangiante è, invece, quella della frutta.
Questa cambia a seconda delle tipicità della zona e perciò è profondamente radicata nella tradizione locali.


Gli abbinamenti prodotti dalla terra si rincontrano sulla tavola, producendo delle combinazioni di gusto uniche.

A Parma, la mostarda è molto gustosa e si sposa bene con formaggi e lessi.
Viene preparato con la zucca da mostarda, anguria bianca, mele, pere cotogne, del succo di limone non trattato e l’olio di senape.

Quest’ultimo può essere acquistato in farmacia ed è più facile trovarlo nelle zone di produzione e consumo di questa specialità.

Prosciutto di Parma

Il Prosciutto di Parma è una delle star indiscusse del Made in Italy esportato in tutto il mondo.
La sua eccellenza sta nella cura con cui viene lavorato in ogni fase della sua produzione e, in particolare, durante la stagionatura.

E’ un prodotto naturale, con pochi ingredienti e nessun additivo o conservante.

Il Prosciutto di Parma, così gustoso e delicato, racchiude tutta l’essenza del territorio in cui ha origine.
Si tratta di un’area specifica del territorio Parmense, le cui condizioni climatiche favoriscono la stagionatura naturale responsabile di quell’inconfondibile dolcezza.


Lo sviluppo di questa tradizione fu senz’altro influenzato dalla presenza nella zona di Parma di sorgenti saline come ad esempio quelle di Salsomaggiore.

Questa è un’eccellenza di cui i lardaroli della zona vanno molto fieri, soprattutto perché la produzione affonda le sue radici indietro nei secoli, addirittura all’epoca romana.

Un prodotto DOP estremamente controllato, legato a un lungo e rigido iter produttivo che si conclude con un attento esame e con la corona ducale impressa a fuoco.

Questa marchiatura è il segno inconfondibile che lo contraddistingue; un’offerta di garanzia e sicurezza per il consumatore, che certifica l’assoluta eccellenza e genuinità del prodotto.

Anolini raffinati

Gli anolini sono un tipo di pasta all’uovo diffuso nelle zone di Parma e Piacenza. Un vero piacere per il palato, specie sotto le feste natalizie, in cui la loro tradizione è sinonimo di condivisione familiare e allegria. Le origini di questa pietanza sono antiche.

Gli anolini, infatti, vengono menzionati già nel XVI secolo dal famoso cuoco Bartolomeo Scappi, vero intenditore della cucina raffinata durante il periodo del Rinascimento.

All’epoca non venivano preparati in maniera molto diversa da quella odierna.


Delle piccole porzioni di ripieno vengono poste, equidistanti l’una dall’altra, sulla sfoglia tirata ben bene.

Un altro strato di sfoglia viene posizionato direttamente sopra al primo e, dopo aver applicato una leggera pressione attorno alle palline di ripieno, si coppa la pasta per formare questi piccoli scrigni di piacere. Buonissimi da pescare in un brodo caldo e saporito!

Lo sapevi che…

Nella provincia di Parma sono scherzosamente chiamati “galleggianti” o “salvagenti”?

Cestini di Parmigiano e radicchio

Nella vita, soprattutto nel 2020, ci sono poche certezze.

Una di queste è sicuramente che anche il migliore dei risotti non è la stessa cosa senza la mantecatura di burro e parmigiano. Lo sanno bene i parmensi, che sono orgogliosi di poter esportare il gusto inconfondibile di questo formaggio un po’ ovunque oramai.


Pur parlando dei fiori d’inverno, non possiamo prescindere dall’abbinamento a quest’eccellenza casearia che tutto il mondo ci invidia.

L’abbinamento fra il radicchio e il parmigiano, però, non si realizza solo attraverso le forme più classiche come le mantecature nei risotti.

Ci si può infatti sbizzarrire con ricette semplici ma di grande effetto, come questi cestini di parmigiano e radicchio: deliziosi!

Ingredienti:

  • 100 g di parmigiano reggiano grattugiato
  • 80 g di crescenza o stracchino
  • 1 cespo di radicchio rosso di Treviso IGP
  • 1 cipolla piccola bionda
  • Olio extra vergine di oliva q.b.
  • Erba cipollina q.b.

Preparazione

Per i cestini di parmigiano:

Ungi una padella antiaderente con un filo di olio, mettila sul fuoco per farla scaldare e disponi al centro due cucchiai di parmigiano.

Distribuisci il Parmigiano con l’aiuto di una paletta o un cucchiaio in modo rotondeggiante.

Quando inizierà a dorare, con l’aiuto di una spatola capovolgi la cialda per alcuni istanti e adagiala sopra una coppetta rovesciata, facendola raffreddare completamente.

Per il ripieno:

Lava il radicchio e taglialo a listarelle. Monda la cipolla, tagliala sottilmente e lasciala soffriggere in una padella.

Aggiungi il radicchio, aggiusta di sale e fai rosolare  a fuoco basso e mescola fino a far evaporare completamente il liquido di vegetazione.

Appena pronto metti il radicchio in una ciotola, unisci la crescenza e mescola fino a formare una crema. Farcisci ogni cestino con la crema di radicchio e crescenza e decora con l’erba cipollina.

Immagine di copertina di Salumificio Fontana Anghinetti

A cura di Ilenia Pennacchio

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