martedì, 8 Ottobre, 2024

Se durante una visita a Padova volete godervi una pausa, ci sono alcune ”chicche” assolutamente da assaggiare!

Per una merenda perfetta e gustosa, queste quattro specialità padovane faranno al caso vostro.

Le dolcezze padovane

Molti sono i dolci a Padova; alcuni hanno origini padovane, altri sono di origine veneziana, altri sono prettamente di origine contadina – e quindi molto semplici come la celebre fugassa veneta-, molti legati alla festa di Sant’Antonio.

Dalle mani dei pasticcieri padovani sono nate la torta pazientina e i “Pazientini“, biscotti che non a caso ricordano le “Lingue di gatto” veneziane.


Invece, dolci di origine totalmente veneziana, ma ampiamente diffusi anche nel padovano sono “Zaéti“(o Zaleti) e “Crostoli” o “Galani” – nome utilizzato in Veneto per indicare le chiacchiere -.
I zaéti sono comuni un po’ dovunque, nelle osterie, come nelle pasticcerie, presso fornai e ristoratori.

Il crostolo invece si può assaggiare, come in tutta la Penisola, solo durante il Carnevale e si trova, con la frittella tradizionale, di mele o di riso, un po’ in tutte le pasticcerie. Tipico del padovano è invece lo zaléto con le giuggiole.

Padova, la capitale dello spritz

Pare che i soldati dell’Impero Austriaco che nell’Ottocento dominava sul Lombardo-Veneto, abituati a consumare in grande quantità birra dalla bassa gradazione alcolica mal sopportassero i vini veneti, belli carichi e dalla gradazione alcolica piuttosto elevata, e così si diffuse l’abitudine di spruzzare (in tedesco-austriaco “spritzen”) nel bicchiere un po’ di acqua frizzante o di seltz, chissà, magari cercavano di avvicinare il gusto di questo vino a quello della loro birra.


Questa usanza austriaca di aggiungere semplicemente acqua al vino continua ad essere diffusa ancora specie in Trentino e nei piccoli minori del Veneto fino a Trieste e persino a Milano si ricorda l’uso del termine vin sprizato.

Se volete assaggiare questo spritz a Padova, lo spritz delle origini, ordinate uno “spritz bianco”.

Lo sapevi che…in origine lo spritz era rigorosamente bianco?

Amarettoni di Sant’Antonio

Inizialmente proposti come semplice amaretto, sono stati successivamente modificati e sono molto apprezzati soprattutto dai pellegrini che passano ogni anno per la Basilica.

Dolce da forno, tagliato a biscotto, composto da mandorle armelline, mandorle sgusciate e tritate, zucchero, canditi di arancia, albume di uovo.


L’albume dell’uovo viene montato a neve, vengono inseriti i canditi e le mandorle sgusciate, quindi lo zucchero, all’impasto viene data la forma di un grosso biscotto, viene cotto e fatto riposare per un giorno su teglie da forno; non necessita di stagionatura e per sua natura si presta alla lunga conservazione.

La ricetta è tratta dal “Dolce del Santo”, del quale contengono gli stessi ingredienti.

Gli amarettoni vengono prodotti a partire dal 1960 circa.

Il caffè alla menta del Pedrocchi

Se passate dal caffè Pedrocchi con i suoi emblematici leoni, è d’obbligo degustare la specialità della casa: Il caffè alla menta.

Si tratta di un espresso servito in tazza grande con un’emulsione di panna e menta completato con una spolverata di cacao. Buonissimo!

Lo sapevi che…

Il caffè Pedrocchi offre ogni giorno la colazione classica all’italiana ma dispone anche di un’opzione “healthy”?
L’opzione salutare è lo “yogurt Pedrocchi”, una valida alternativa che non molti altri offrono.

A cura di Ilenia Pennacchio

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