martedì, 8 Ottobre, 2024

La forza del Reggio Festival è sempre stata quella di riuscire a mettere in campo una valorizzazione dei luoghi di cultura del territorio emiliano che poche rassegne al mondo possono vantare.

La perfetta organizzazione ha infatti permesso agli spettatori, nel corso degli anni, di scoprire e assaporare alcuni dei teatri

più belli e importanti del nostro paese.

A Reggio Emilia i diversi spettacoli sono stati ospitati dal Teatro Municipale Romolo Valli, splendida costruzione risalente al 1857, dal Teatro Ariosto, luogo adibito a ospitare la maggior parte degli allestimenti di prosa della stagione di Reggio Emilia, e dal Teatro Cavallerizza, struttura polivalente che tra le sue mura accoglie spesso spettacoli di prosa di ricerca e di danza contemporanea.

Parma non è sicuramente da meno, visto che la Città Ducale può vantare la presenza del Teatro Regio, una delle strutture più conosciute apprezzate al mondo. Accanto a questo caposaldo dell’arte italiana, il Teatro Giuseppe Verdi di Busseto e l’Auditorium Paganini, luoghi che da anni veicolano con grande caparbietà il sacro verbo del teatro.

Alla scoperta del Teatro Municipale Romolo Valli

Simbolo, assieme alla sala Tricolore, della città di Reggio Emilia, il teatro municipale Romolo Valli rappresenta una

corposa fetta di storia della provincia emiliana. Costruito nel 1857, il teatro è situato nel cuore del centro storico di Reggio Emilia. Si affaccia su Piazza della Vittoria, importante snodo della vita cittadina che accoglie anche il Teatro Ariosto, la Galleria San Rocco e i Giardini Pubblici.

Passato sotto l’amministrazione comunale nel 1957, proprio in occasione del suo centenario, il teatro ha ampliato sempre di più la sua proposta fino ad arrivare ad ospitare spettacoli internazionali, lirica, prosa, concertistica, danza e mostre. Dalle dimensioni di 3.890 metri quadrati, il Teatro Municipale Romolo Valli è arrivato ad ospitare anche 1.600 spettatori, capienza che però è stata limitata a 1.150 dopo diversi lavori di rinnovamento.

Ad oggi, rappresenta il teatro più importante di Reggio Emilia e, assieme al Teatro Regio, una vera eccellenza della regione.

La storia del teatro a Parma

Nell’incredibile percorso della Galleria Nazionale di Parma, che fra le moltissime opere esposte ospita lavori del Canaletto,

Parmigianino, Leonardo Da Vinci, Correggio e Tintoretto, è impossibile non rimanere ammaliati dalla sala che accoglie i visitatori per indirizzarli verso le sale espositive.

Dal soffitto a capriate, passando per i palchi e l’imponente palcoscenico, il Teatro Farnese non rappresenta soltanto un ingresso a dir poco atipico per una delle Gallerie più importanti d’Italia, ma anche, e soprattutto, una fantastica testimonianza storica della scena teatrale parmense.

Costruito nel 1618 dall’architetto Giovan Battista Aleotti, venne inaugurato nel 1628 in occasione delle nozze Margherita de’ Medici e il duca Odoardo. La peculiare struttura, unita agli alti costi degli spettacoli, rese molto difficile l’attività teatrale del Farnese che, a metà del Settecento, conobbe un periodo di crisi che, alle porte dell’Ottocento, condusse al suo effettivo abbandono.

Per poter ritornare a godere della sua splendida architettura si è dovuto aspettare il 1965, anno in cui il teatro è tornato protagonista della vita culturale di Parma.

Il Teatro Regio di Parma Inaugurato nel 1829, il Teatro Regio di Parma è diventato nel corso degli anni uno dei teatri più importanti e conosciuti al mondo.

Progettato dall’architetto Nicola Bettòli, il Teatro Regio si distinse fin da subito per l’imponenza delle sue dimensioni. 84 metri di lunghezza per 38 metri di larghezza e un’altezza di quasi 30 metri, capaci di ospitare fino a 1.400 spettatori.

Appena entrati nella struttura del teatro, risulta impossibile non farsi sopraffare dalla sua bellezza e dalle sue

forme sinuose ed intriganti.

A spiccare, il Trionfo di Pallade o Trionfo della Sapienza, sipario dipinto a tempera dal Borghesi e riconosciuto all’unanimità come uno dei più belli ed eleganti del mondo.

Tornato al suo antico splendore grazie a un’attenta opera di ristrutturazione, il sipario è soltanto uno dei segni distintivi

del Teatro Regio che, oltre a una bellezza artistica e architettonica senza pari, riesce a coniugare una perfetta organizzazione in grado di sfruttare al meglio le più moderne innovazioni tecnologiche.

Una macchina perfettamente oliata, orgoglio della scena teatrale italiana.

 

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