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martedì, 19 Marzo, 2024

Una vacanza sull’altopiano di Asiago

Per trascorrere un soggiorno tra le bellezze della natura e godersi il relax

Il tesoro paesaggistico di Asiago è conosciuto anche con il nome di altopiano dei Sette Comuni, un territorio che comprende sette paesi: Asiago, Rotzo, Enego, Foza, Roana, Gallio, Lusiana più uno (Conco) legati tra loro da un’antica fratellanza.

L’altopiano sembra un mondo protetto a nord dalle Prealpi, che superano in molti casi i 2.300 metri di altezza, un paradiso naturale che offre un’infinità di escursioni trekking da fare: dal labirinto di roccia di Castelloni di San Marco alle trincee del Monte Fior, con le sue pietre scolpite che a colpo d’occhio richiamano una città di roccia, oppure lo spaventoso canyon della Valgadena, fino alle viste mozzafiato che si aprono dalle cime Larici e Portule.

Da menzionare l’incredibile opera artificiale del Calà del Sasso, una scalinata di 4444 gradini scavata nel fianco della montagna utilizzata dai boscaioli al fine di collegare il comune di Valstagna, nel canale del Brenta.


Tra le escursioni quella più panoramica è sul monte Cengio, ma anche le escursioni al monte Zebio, al monte Ortigara sono davvero suggestive.

Percorsi enogastronomici

Le malghe nei dintorni di Gallio meritano sicuramente una visita, perché qui, da secoli, la natura incontra le tecniche di trasformazione dell’antica arte casearia locale, dando vita al famoso formaggio Asiago DOP.

Pensate che delle 90 malghe presenti sull’altopiano, 30 trasformano il latte in formaggio, ma solo 11 di queste sono associate al consorzio che possono produrre Asiago Dop.

Assaggiare i prodotti e sapori tipici di queste montagne è un must!

Inoltre proprio qui a Asiago si può ripercorrere la storia della Grande Guerra: l’altopiano dei Sette Comuni ha vissuto pesantemente la prima guerra mondiale. È qui che venne sparato il primo colpo di cannone da parte italiana, più precisamente dal forte Verena.

Seguendo un itinerario storico-culturale alla scoperta delle rovine di antichi forti, alcuni visitabili e trasformati in musei, e postazioni, italiane come pure austro-ungariche, si potrà ripercorrere le tristi vicende di quel periodo storico.

A cura di Greta Monterosso

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