martedì, 29 Aprile, 2025

Risi e bisi ha avuto successo anche oltre i confini veneti

Ma qual è la sua storia e la sua ricetta originaria?

“Risi e bisi”: un piatto così emblematico che dal Veneto ha raggiunto anche le regioni limitrofe come il Friuli Venezia Giulia, dando origine a ricette ormai consolidate nella tradizione friulana.

Ci viene in mente il classico riso e fasoi alla friulana, giusto per citarne uno. La versione storica con i piselli veniva servita al Doge in occasione del banchetto del 25 aprile, festa del patrono di San Marco. Ma non fatevi ingannare dalle apparenze: non è una ricetta semplice.

Oltretutto,  non immaginate quanta storia e quante curiosità ruotino attorno a questa delizioso piatto che segna il passaggio tra la primavera e l’estate.

“Ogni riso un biso”

Il piatto era talmente amato dall’aristocrazia veneta, e in particolare dai Dogi veneziani, che pare che per ogni riso venisse richiesto un biso. E così recitano anche i fogli custoditi nell’Archivio di Stato dei Frari che descrivono i banchetti ufficiali risalenti al XVIII secolo.

Per San Marco si menzionano ventisei “scudelle” d’argento: 13 di riso e 13 di “bisi col persutto” (piselli col prosciutto). Nulla si dice della cottura e ciò fa supporre che gli ospiti mescolassero i contenuti delle due scodelle a ingredienti già cotti.


Al pari di altre ricette, anche i risi e bisi quasi certamente sono frutto della contaminazione dei commerci con Bisanzio, la cui tradizione culinaria era solita accompagnare il riso con le verdure.

Risi e bisi, tra poesia e teatro

La pietanza dei risi e bisi entrò anche nelle rime di Domenico Varagnolo, poeta veneziano del ‘900, che così scriveva “Per benedir la santa primavera che fa dei orti tanti paradisi, a mi me basta solo una supièra, na supièra dei nostri risi e bisi”. Prima di lui Carlo Goldoni, che nel 1762 dedicò ai risi e bisi alcuni versi in un dialogo del Sior Todero Brontolon con il suo servitore.

Facile a dirsi…

Visti i pochi ingredienti si potrebbe pensare che la preparazione dei risi e bisi sia abbastanza semplice. Ed è qui che si sbaglia. La ricetta originale prevede una consistenza che lo chef stellato Carlo Cracco ha descritto così “È un piatto brodoso ma non liquido, è cremoso ma non è un risotto”.

Nel 2013 la ricetta storica è stata recuperata grazie a una ricerca della Pro loco di Scorzè ed è stata depositata alla Camera di commercio di Venezia da parte dell’Accademia italiana della cucina di Venezia-Mestre.

La presentiamo di seguito per i nostri lettori affezionati:

La ricetta storica depositata

Difficoltà: media

Tempo: 30 minuti di preparazione e 50 minuti di cottura

Costo: basso

Ingredienti

  • 500 gr. di piselli sgranati
  • 500 gr. riso vialone nano
  • 2 cipolle bianche fresche
  • 5 cucchiai d’olio d’oliva
  • 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
  • 50 gr. di burro
  • 5 cucchiai di parmigiano grattugiato
  • brodo sale e pepe q.b.

Preparazione:
si prepara, preferibilmente il giorno prima, un brodo di pollo con sedano, carote, cipolla, uno spicchio d’aglio, poco sale.

In una casseruola si mettono i 5 cucchiai d’olio d’oliva, i piselli sgranati, le cipolle bianche fresche tagliate a pezzetti sottili, il prezzemolo tritato, mezzo bicchiere d’acqua.

Si cucina il tutto per 10-15 minuti finché l’acqua non sarà assorbita. Si aggiungono sale e il riso; si continua la cottura versando un po’ alla volta il brodo necessario.

A fine cottura, con il riso al dente, si spegne il fuoco, si manteca con il burro, il parmigiano grattugiato, il pepe appena macinato; il brodo va aggiunto quanto serve perché risulti morbidamente all’onda, cioè appena brodoso da muoversi morbido quando si mette sul piatto.

A cura di Ilenia Pennacchio

Tags: , , , ,

Related Article

Menu
GentePocket
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.